LETTERE D’AVORIO

 

La luce dava un poco sull’ocra, come il fumo.
La polvere negli angoli di quella vecchia casa
cresceva come l’edera a notte, silenziosa
faceva mano morta con tutte le sue storie
battute come i piedi di mamma sul telaio,
la macchina per fare su i soldi a fine mese.
Sono i particolari, diceva, i più importanti
dettagli fatti al tornio, le lettere d’avorio
calzate come anelli da sposa ad ogni dito;
chirurgiche ed arcuate come le cattedrali.
Le lettere cresciute su labbro e poi sputate
quelle pensate e un poco proibite, quelle andate
versate nell’orecchio mentre ti prende il gusto
di fare lo scrittore sul bianco dei tuoi anni
su quelle righe a capo, tra i seni e l’acqua viva.

(Massimo Botturi)

Foto mia.
Parole di Massimo.

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